Mater Olbia, arrivano nuovi fondi del Qatar
Davide Madeddu
Un piano triennale da 200 milioni per sostenere la ricerca scientifica e lo sviluppo immobiliare collegato. È il programma di investimenti predisposto per il periodo che va dal 2021 al 2023 che la Shrp, il braccio operativo di Qatar Foundation Endowment (“QFE”) che a Olbia, nella Sardegna nord orientale opera con il Mater Olbia. Il complesso sanitario, oggi partner della Fondazione Policlinico universitario Gemelli, nato dalle ceneri del progetto ideato da Don Verzè (ma tramontato nel 2012) e acquisito nel 2015 da Shrp. La struttura impiega circa 350 dipendenti (destinati a diventare 500 a breve termine) il cui 78 per cento è sardo mentre altri 100 con diverse mansioni e circa 300 indiretti. «Nel primo anno di attività il fatturato ha raggiunto i 17 milioni e mezzo – dice Lucio Rispo, amministratore delegato di Shrp e responsabile di ogni operazione collegata al Mater Olbia – per il 2021 si prevede di superare la soglia dei 30 milioni, mentre dal 2022, con la radioterapia e altri servizi a regime è previsto un fatturato superiore ai 60 milioni annui. Questo trend sarà naturalmente rispecchiato nell’indotto che ruota intorno alle attività del Mater Olbia». Dall’avvio dell’operazione, Qatar Foundation Endowment ha investito «300 milioni di euro». «Il valore dell’investimento è decisamente superiore se, agli investimenti diretti, si aggiungono quelli legati alla ricerca che coinvolgono tutta l’Isola e gli Istituti di Ricerca italiani – prosegue Rispo. Il valore dell’investimento in ricerca è quantificabile intorno ai 40 milioni di euro che, considerando i parametri utilizzati dalle università internazionali, comporta una ricaduta pari a 5 volte il valore investito». Partendo dai risultati, 53.621 pazienti assistiti dall’apertura e 3.390 ricoveri nel 2020 con la pandemia incorso, ora si guarda al futuro. Con investimenti che peri il triennio 2021-2023 valgono 200 milioni di euro. Con un’attenzione alla ricerca. E allo sviluppo immobiliare «per la cui implementazione è stato nominato un responsabile ad hoc arrivato da Doha». Recentemente sono stati completati i lavori per il reparto di radioterapia, «all’avanguardia» e attivati percorsi dedicati come il ‘Women’s care center”. Ci sono poi le attività legate alla ricerca e malattie rare. «L’investimento massivo nella ricerca nelle scienze omiche – argomenta Rispo – consente diagnosi più precise e terapie personalizzate». Poi la ricerca sul plasma dei convalescenti nel trattamento della malattia da coronavirus, la riabilitazione post Covid, continuando con la ricerca sulle malattie nell’infanzia. In campo anche il sistema Health and Life Style che si sviluppa con percorsi di educazione e prevenzione che il Mater Olbia offre alle scuole. Nella partita rientra anche il cosiddetto piano per il “turismo sanitario.
Al seguente link è possibile consultare la versione in pdf dell’articolo: