Lo ha lanciato l’Associazione Italiana di Psicogeriatria stilando dieci punti sui quali si auspica che i partiti possano trovare convergenze operative nella prossima legislatura. I principi ai quali si ispira il documento guardano alla giustizia, all’equità e al diritto alla libertà: condizioni possibili solo attraverso un’adeguata organizzazione civile e una competenza e conoscenza da parte dei pianificatori e legislatori sulle problematiche legate all’invecchiamento.
Tra poche settimane andremo a votare. L’Associazione Italiana di Psicogeriatria esprime alcune indicazioni che potrebbero essere colte da tutti i partiti a favore di ogni persona fragile per età, per condizione di salute e per collocazione sociale.

I principi ai quali si ispira questo documento guardano alla giustizia, all’equità e al diritto alla libertà: condizioni possibili solo attraverso un’adeguata organizzazione civile e una competenza e conoscenza da parte dei pianificatori e legislatori sulle problematiche legate all’invecchiamento.

1. Impegno ad evitare discussioni e decisioni attorno alle persone anziane che siano incentrate solo su problematiche di “risparmio” e di “spreco”. Ogni provvedimento deve essere attuato sulla base dell’utilità individuale e collettiva, pur con la dovuta attenzione ad appropriatezza ed efficienza. Chi ha lavorato e creato condivisione sociale, cultura e ricchezza per il nostro Paese ha un credito di riconoscenza e rispetto che non si deve valutare in termini economici. Per rispondere a questa esigenza, primaria per ogni società civile, è necessario strutturare in modo radicalmente nuovo la formazione degli operatori sanitari e dell’assistenza a tutti i livelli, da quello universitario agli altri luoghi di formazione. Oggi mancano operatori preparati umanamente e tecnicamente per la cura degli anziani fragili, con le gravissime conseguenze che oggi rendono precario il lavoro di molti servizi.

2. La persona anziana ha bisogno della protezione necessaria per il suo livello di fragilità. Non hanno efficacia provvedimenti generici fondati solo sull’età, che non è di per sé indicatore della necessità di supporto. E’ necessario considerare tra i criteri per la ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale la deprivazione sociale, indicatore di svantaggio in termini di istruzione, di capacità economica e di relazioni. In questa prospettiva, le forze politiche devono dedicare particolare attenzione all’organizzazione dei servizi per gli anziani fragili nelle regioni meridionali del nostro Paese, abbandonando lo storico disinteresse.

3. I luoghi di vita devono essere organizzati in modo accogliente e sicuro. È inutile e offensivo invitare gli anziani a uscire di casa e a vivere nella comunità se le strade sono deserte, inospitali, talvolta frequentate da persone non amiche, spesso con barriere architettoniche. Attenzione allo spopolamento dei centri storici e alla scomparsa di luoghi naturali di incontro. E’ necessario studiare modalità urbanistiche dove la persona fragile possa trovare punti di appoggio fisico e psicologico.

4. La solitudine dell’anziano e i danni da questa provocati devono essere al centro dell’attenzione del legislatore e degli amministratori di ogni livello. Troppi sono stati recentemente i drammi provocati dalla solitudine dei singoli e delle coppie. È un fenomeno che tende a diventare sempre più pervasivo; vanno quindi organizzati sistemi per creare socialità e favorire i contatti; nei casi più gravi, è necessario prevedere forme di accompagnamento diretto da parte dei servizi.

5. Gli anziani devono essere aiutati nell’utilizzazione delle nuove tecnologie, almeno quelle di base, per potersi mettere in contatto con i servizi senza sentirsi esclusi e impotenti. Non devono diventare barriere che provocano disagi e crescenti diseguaglianze. Attuare programmi di digitalizzazione diffusi nel territorio.

6. È necessario riorganizzare profondamente l’assistenza all’anziano nel territorio. Il PNRR contiene indicazioni quantitative non sempre realizzabili e utili rispetto alla cura delle persone fragili. Andrà rivisto che rispetto a contenuti e obiettivi quando si dovranno stendere i piani attuativi, identificando in particolare alternative al ricovero ospedaliero realmente efficaci sul piano clinico-assistenziale, che però non pongano sulle famiglie carichi di lavoro insostenibili. Attenzione particolare deve essere data al lavoro di caregiving, per facilitarne il compito in un’atmosfera di protezione sul piano organizzativo ed economico.

7. L’assistenza nell’ospedale deve essere riorganizzata tenendo conto della forte prevalenza delle persone molto anziane tra i degenti. È necessario diffondere una cultura e un’organizzazione che rispetti le esigenze della persona non più giovane colpita da una malattia acuta. Da rivedere anche la disponibilità di posti letto ospedalieri, in particolare nelle aree mediche, per evitare dimissioni inadeguate. Un ospedale adatto agli anziani fragili sarebbe per le sue caratteristiche un ospedale migliore per tutti. E’ necessario un intervento radicale per la riorganizzazione del pronto soccorso, porta d’accesso all’ospedale spesso irrispettosa dei bisogni di cura e assistenza posti dalle malattie croniche e dalle fragilità.

8. Le case di riposo (RSA) siono al centro dell’impegno delle comunità sul piano dei finanziamenti, fino ad ora assolutamente insufficienti, e del personale, che deve essere in quantità adeguata e con ottima preparazione professionale. Le comunità di ogni livello devono porre le residenze degli anziani al centro delle loro attenzioni e della loro vita. Lo stato nazionale deve intervenire per integrare l’attività regionale quando questa, per problematiche economico-organizzative, non è in grado di dare risposte adeguate.

9. I servizi territoriali e ospedalieri devono prevedere modalità di cura e accoglienza delle persone affette da demenza, che hanno esigenze specifiche e sono particolarmente fragili.

10. Infine: l’anziano è costruttore di futuro. L’organizzazione politica che non accetta questa posizione non costruisce una comunità equilibrata e giusta.