Dal Quotidiano sanità del 18 settembre 2023

E’ necessario investire in azioni che abbiano l’obiettivo di stabilizzare o promuovere tutti i fattori che incidono positivamente sul lavoro, e di ridurre o eliminare quelli ritenuti causa di disagio e sofferenza. Individuare le aree di criticità e progettare soluzioni migliorative permette al lavoratore di stare meglio e ai pazienti, che gli si sono affidati, di vivere meglio le condizioni di malattia. Non tralasciamo l’opportunità che ci viene offerta dal Pnrr.

L’aggressione recentissima della Primario del Pronto Soccorso da parte di un infermiere dello stesso reparto in un ospedale campano ripropone con forza la necessità improcastinabile di avviare anche in sanità un percorso finalizzato al benessere organizzativo in questi delicati ambienti di lavoro.

Sono concordi su questa azione Filippo Anelli, presidente della FNOMCeO e Tiziana Frittelli, Presidente di Federsanità, che hanno sottolineato che solo attraverso la creazione di un ambiente di lavoro sano e sicuro si riescono a minimizzare le azioni conflittuali che capitano negli ospedali tra i dipendenti e con gli ospiti.

Tra le 10 Guide che il Ministero della Salute ha elaborato per un’assistenza sanitaria più sicura rivolta a tutti coloro che sono coinvolti a vari livelli nella promozione della Sicurezza dei Pazienti, c’è quella per gli Operatori (sanitari). Al 6° punto del documento “Prendersi cura di se stessi” viene specificato: L’abitudine rispetto a certe azioni può indurre a effettuare errori per disattenzione, così come le interruzioni, la noia, la rabbia, l’ansia, la paura, la fretta, la fatica, che vanno quindi riconosciuti e affrontati con opportune strategie…..”.

Non a caso nel programma per i Corsi di formazione in materia di Sanità Pubblica e di organizzazione sanitaria propedeutici all’inserimento nell’elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di Direttore Generale delle Aziende Sanitarie e degli altri Enti del SSN, approvato dalla Conferenza Stato Regione, è previsto un modulo in cui viene indicato l’argomento “Benessere Organizzativo”-

“C’è una valida finalità e un’ambiziosa motivazione di salute pubblica nello stabilire strategie di promozione della salute negli ambiti assistenziali. Gli ospedali utilizzano tra il 40% ed il 70% del budget sanitario nazionale, e tipicamente impiegano circa tra l’1% ed il 3% della popolazione lavorativa. Gli ospedali, come luoghi di lavoro sono caratterizzati da una gamma di fattori di rischio di tipo fisico, chimico, biologico e psicosociale. Paradossalmente, negli ospedali, organizzazioni che si prefiggono di ristabilire la salute, la conoscenza dei fattori che mettono a rischio la salute del loro personale è poco sviluppata, nonostante le consolidate prove di efficacia a sostegno della relazione tra salute del personale, produttività e qualità dell’assistenza al paziente. Tra gli strumenti più importanti per migliorare la qualità in sanità, come l’utilizzo di linee guida a contenuto professionale, standard ed indicatori di performance, gli aspetti della promozione della salute sono poco approfonditi” (tratto da Manuale di Autovalutazione per la promozione della Salute negli Ospedali e Servizi Sanitari dell’OMS).

Sempre l’OMS, in una recente consultazione internazionale alla quale hanno partecipato esperti provenienti da 18 Paesi è giunta alla conclusione che una struttura sanitaria può essere definita “sana e sicura” se è in grado di promuovere il benessere fisico, sociale e mentale (psichico) dei suoi occupanti attraverso una progettazione, costruzione, manutenzione e collocazione territoriale in grado di supportare un ambiente sostenibile ed una comunità lavorativa coesa.

Le ricadute, sia sul piano della salute individuale che dell’intera organizzazione, hanno spinto le organizzazioni stesse a impegnarsi nel combattere il malessere e a progettare benessere nei luoghi lavoro, sia per tutelare la salute dei singoli che per mantenere e sviluppare l’efficienza delle organizzazioni stesse.

Interventi di questo tipo si rendono ancor più necessari all’interno delle organizzazioni sanitarie, dove si considera valore fondante la centralità della persona, ma dove spesso si trascura di tenere in conto la sofferenza che lega pazienti e operatori in un vincolo ad alto impatto emotivo.

La domanda sorge spontanea: come si può mettere “al centro” la persona (cittadino, utente, cliente, paziente) se non si creano i presupposti affinché i lavoratori, essi stessi “persone”, siano messi in grado di prendersi cura dell’altro? Un lavoratore in condizioni di malessere organizzativo dovrà fare i conti con il proprio disagio prima di intraprendere la “cura dell’altro”.

In sanità l’operatore è sottoposto allo stress che deriva dall’alto indice di complessità, dall’imprevedibilità, dall’incertezza e dall’alto impatto emotivo di attività svolte in relazione al paziente sofferente e bisognoso di cure. Per questo è necessario creare condizioni per cui chi lavora non debba subire stress ulteriore originato da carenze o disfunzioni organizzative, assicurando una corretta e puntuale applicazione della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Tutto questo in sanità si traduce in disinteresse per l’altro bisognoso di cura. Diversi sono i motivi per cui il malessere può presentarsi nelle organizzazioni (dalle strutture fisiche/ambientali ai disagi propri dell’individuo). Allo stesso modo, diverse sono le situazioni e i modelli organizzativi che creano benessere.

E’ necessario quindi investire in azioni che abbiano l’obiettivo di stabilizzare o promuovere tutti i fattori che incidono positivamente sul lavoro, e di ridurre o eliminare quelli ritenuti causa di disagio e sofferenza.

Individuare le aree di criticità e progettare soluzioni migliorative permette al lavoratore di stare meglio e ai pazienti, che gli si sono affidati, di vivere meglio le condizioni di malattia.

Ma quanto costa stare bene? Anche se nelle nostre strutture sanitarie ci sono problemi la cui risoluzione dipende da grandi investimenti economici (come nel caso di luoghi fisici non adeguati alle esigenze di coloro che vi prestano opera), spesso il benessere passa attraverso dimensioni su cui si può agire con costi contenuti o solo attraverso rimodulazioni lavorative.

Non tralasciamo l’opportunità che ci viene offerta dal PNRR con l’azione “Per un Ospedale sicuro”, ci ricorda Gennaro Sosto, Presidente di Federsanità Campania e Direttore Generale ASL Salerno, attraverso l’adeguamento complessivo delle strutture sanitarie pubbliche guardando anche al miglioramento dei parametri caratterizzanti gli ambienti di lavoro e gli spazi di ricovero e assistenza.