Dopo Liliana Segre Padru conferisce la cittadinanza onoraria a Lucio Rispo, 65 anni, napoletano, per il lavoro svolto a favore della realizzazione dell’ospedale Mater Olbia. La cerimonia si è svolta questa mattina nell’aula del Consiglio comunale del Municipio.
Rispo che ha ricevuto le chiavi della città dal sindaco Antonio Satta, ha annunciato grandi novità per l’ospedale Olbia: da dicembre sarà attiva la nuovissima radioterapia e nello stesso periodo sarà siglato un accordo con il Gaslini di Genova per la preospedalizzazione e le cure dei bambini in trattamento oncologico.
Aiutare a identificare trattamenti potenzialmente salvavita per il coronavirus, studiando come il sistema immunitario umano risponde al plasma di pazienti che si sono già ripresi dalla malattia: una cura promettente, ma su cui i dati sono attualmente limitati. + con questo obiettivo che dei campioni di plasma provenienti da persone guarite dal Covid-19 sono stati trasportati dal Qatar in Italia, grazie a una partnership tra la Fondazione Qatar, Hamad Medical Corporation e l’Ambasciata d’Italia nel Paese. Il plasma è stato trasportato approfittando di un aereo militare italiano che da Doha doveva riportare a casa dei soldati impegnati con la coalizione anti-Isis a guida americana. I campioni saranno analizzati ora dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dall’Ospedale Mater Olbia in Sardegna. Lo scopo del progetto scientifico Qatar-Italia è dimostrare che il plasma di pazienti convalescenti contiene livelli sufficienti di anticorpi per trattare con successo i malati di Covid-19. “Siamo molto orgogliosi che i principali centri medici e di ricerca italiani e del Qatar lavorino insieme per un progetto che può fare davvero la differenza per le persone e salvare vite umane – sottolinea l’ambasciatore Alessandro Prunas – Questo è un esempio perfetto di come i nostri Paesi possano unire i loro sforzi per rispondere alle problematiche globali e condividere i risultati con la comunità internazionale. La ricerca scientifica è diventata un aspetto fondamentale della nostra cooperazione bilaterale e sono fiducioso che l’Italia e il Qatar presto rafforzeranno ulteriormente il loro impegno nello sviluppo di nuovi progetti che sblocchino il potenziale non sfruttato in questo settore”.
L’equipe di Neurochirurgia del Mater Olbia Hospital (Moh), coordinata da Alessandro Olivi, professore e neurochirurgo di fama mondiale e direttore unità operativa complessa di Neurochirurgia Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs e da Giovanni Sabatino, responsabile del Reparto Neurochirurgia dell’Ospedale Mater Olbia, ha effettuato con successo un intervento chirurgico per via craniotomica di asportazione con tecnica microchirurgica di un meningioma del forame magno. L’intervento, molto delicato a causa della collocazione e dell’ingente dimensione del tumore da trattare, è stato effettuato martedì 16 giugno ed è durato più di otto ore.
“La paziente trattata è una signora di 68 anni della provincia di Sassari portatrice dal 2014 di un meningioma localizzato in prossimità del forame magno, a stretto contatto con il tronco cerebrale. L’intervento eseguito rappresenta uno dei più complessi tra quelli che si possono oggi effettuare in neurochirurgia, e questo per un duplice motivo: da una parte la localizzazione profonda della lesione, per cui era molto difficile intervenire, dall’altra la dimensione molto cospicua della massa collocata proprio vicino al tronco cerebrale, dove hanno sede i centri che controllano diverse funzioni vitali, come quelle respiratorie, cardiocircolatorie, dei movimenti oculari, uditive e motorie”, ha spiegato Olivi.
L’indicazione all’intervento chirurgico è arrivata dopo una attenta valutazione multidisciplinare eseguita presso l’Ambulatorio di Neurochirurgia del Mater Olbia Hospital – una struttura moderna e dinamica, nata grazie alla collaborazione fra Qatar Foundation Endowment e Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs – e alla quale la paziente è approdata dopo che gli esami radiologici di follow-up, eseguiti negli ultimi anni, documentavano un progressivo aumento dimensionale del tumore. L’intervento è stato completato con successo e in sicurezza, grazie anche alle più moderne tecnologie offerte dalla nuova struttura ospedaliera olbiese, tra le quali la presenza in sala operatoria di un microscopio di ultima generazione, la Tac intraoperatoria e il monitoraggio neurofisiologico continuo delle funzioni vitali e l’aspiratore ad ultrasuoni.
“La presenza di queste strumentazioni di ultima generazione – sia dal punto di vista radiologico, per studiare in modo dettagliato l’approccio, sia da quello che noi chiamiamo ‘navigazione avanzata’, molto simile come concetto alla navigazione che usiamo per guidare l’auto – ci ha consentito durante l’intervento di identificare e salvaguardare tutte le strutture vitali su cui siamo intervenuti”, ha continuato il neurochirurgo. “Grazie alla Tac intraoperatoria tridimensionale, ad esempio, abbiamo avuto conferma in tempo reale, quando ancora la paziente era in sala operatoria, del buon esito dell’intervento e dell’assenza di complicanze emorragiche. La complessa operazione ha avuto una durata di circa otto ore. La paziente sta ora molto bene. Portata lentamente al risveglio, è stata sin dal giorno dopo in grado di comunicare e svolgere alcune semplici attività”.
Il Mater Olbia Hospital conferma così la sua vocazione a essere, non solo una struttura fondamentale per l’intera Sardegna, ma sempre più polo d’eccellenza e punto di riferimento. “E’ questo un segno molto importante perché il Mater Olbia, grazie a una tecnologia particolarmente sofisticata e a un’organizzazione trasversale e multidisciplinare, ha consentito alla nostra equipe, coordinata anche da Giovanni Sabatino, di portare a termine questo tipo di intervento, tra i più complessi annoverabili in neurochirurgia”, ha concluso Olivi.
E dal 23 giugno, ogni mattina, presso il nostro ospedale sarà attivato un ambulatorio Neuro-oncologico in cui sarà possibile eseguire una valutazione ambulatoriale neurochirurgica specifica per la diagnosi, il trattamento ed il follow-up delle patologie tumorali cerebrali e spinali come meningiomi, metastasi, gliomi e neurinomi. Il team della Neurochirurgia del Mater Olbia, si trova da lungo tempo ad affrontare le problematiche relative alla scoperta inaspettata di un tumore cerebrale e allo smarrimento che il paziente può provare nella gestione di una patologia che può presentare differenti aspetti clinici e terapeutici. E’ per questo motivo che l’Ambulatorio di Neurochirurgia Tumorale Cerebrale e spinale si dedica all’assistenza del paziente a 360°, anche grazie alle più moderne attrezzature e ai più sofisticati ausili intraoperatori, al fine di garantire la migliore qualità di cura ed il miglior servizio al cittadino che la Regione Sardegna possa offrire.
Roma, 11 giu. (Adnkronos Salute) – Il Mater Olbia Hospital (Moh) sosterrà la ricerca e fornirà assistenza sanitaria ai giocatori del Cagliari e dell’Olbia Calcio, nel post-Covid. Una collaborazione “che vuole essere un sostegno e un pieno appoggio da parte di una delle strutture più all’avanguardia della Sardegna. Dopo l’accordo raggiunto nei giorni scorsi con la dirigenza delle due squadre dell’isola, il 5 giugno sono state avviate le prime attività mediche nei confronti dei giocatori e dello staff dell’Olbia Calcio”, si legge in una nota. In particolare, sono stati effettuati i tamponi naso-faringei e gli esami sierologici a giocatori, staff e dirigenti, e completate le visite mediche (spirometria, test da sforzo ed ecocardio) propedeutiche alla ripresa degli allenamenti. Le attività effettuate si inquadrano nell’ambito della collaborazione tra il principale club del Nord Sardegna e l’ospedale nato dalla collaborazione tra Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli e Qatar Foundation Endowment. “Questa collaborazione con le due squadre di calcio è un segnale che il Mater Olbia è presente a 360° sul territorio sardo, rivolgendosi a tutta la popolazione così come alle realtà sportive”, ha dichiarato Giovanni Raimondi, amministratore delegato del Mater Olbia, in occasione della firma dell’accordo.I due protocolli di collaborazione prevedono la disponibilità del Moh a fornire assistenza sanitaria, attività di controllo, screening periodici e prestazioni sanitarie specialistiche di alto livello agli atleti delle squadre di calcio. Gli atleti potranno inoltre essere coinvolti in programmi di ricerca scientifica aventi come oggetto pratiche agonistiche sportive. Ogni attività verrà svolta da medici del Moh in stretto collegamento con i medici della squadra che hanno la totale contezza della salute dei loro tesserati. Inoltre, le due società calcistiche e il Moh hanno previsto un orizzonte temporale di 90 giorni per definire un vero e proprio accordo che riguardi non solo gli aspetti relativi al settore sanitario, ma anche una stretta collaborazione sul fonte marketing e commerciale.”Questo protocollo di intesa rappresenta un primo, ma importante passaggio, attraverso il quale ci auguriamo di poter sviluppare una concreta partnership con il Mater Olbia che abbracci le nostre realtà a 360 gradi. La sinergia con il territorio è da sempre una nostra priorità oltre che essere un valore cardine del nostro operato”, ha dichiarato Mario Passetti, direttore generale del Cagliari Calcio.”Siamo orgogliosi di avviare una partnership con un’eccellenza assoluta della città quale è il Mater Olbia – afferma il presidente dell’Olbia Calcio, Alessandro Marino – L’obiettivo è quello di fare sistema sul territorio attraverso la pianificazione di progetti ambiziosi mirati a proiettare Olbia ai livelli che merita nel panorama nazionale sia come comunità che come realtà calcistica”.
#QatarFoundation, “L’italia resta un paese attrattivo nonostante il #Covid”.
Intervista con Lucio Rispo, CEO di Sardinia Healthcare and Research Properties e rappresentante di #QatarFoundationEndowment in Italia.
Su Milano Finanza
Ashraf Siddiqui
Doha
Qatar Foundation Research, Development and Innovation (QF RDI) and the Italian Universities of Rome Tor Vergata and Trieste have established cooperation to collect and analyse genomic information to study
the different impacts of COVID-19 among the population, Italian Ambassador to Qatar HE Alessandro Prunas has said.
In an exclusive with Qatar Tribune, Ambassador Prunas said Qatar Foundation’s Hospital Mater Olbia in Sardinia and Hamad Medical Corporation are also working to find new therapies to treat COVID-19 patients based on the use of plasma from recovered individuals.
He lauded Qatar’s humanitarian support to provide Italy with two fully-equipped field hospitals with capacity of 1,000 beds to treat people with the coronavirus.
Advising his community members in Qatar, the envoy said, “As a result of the social distancing measures, which are crucial in containing COVID-19, we all have to change our daily routine, go out only if strictly necessary, use face masks in public spaces and reduce contacts with other people. Fortunately, thanks to technology, we can be fully operative working remotely and limit staff in workplaces at the minimum level required to ensure continuity of services.”
Talking about his personal contact with the family members back in Italy, he said, “It is not easy not to see them but we have to adopt responsible behaviours to protect who we love most.”
The envoy said he is working from home, holding meetings through telephone and video conferences with Qatari officials and members of the other diplomatic missions to ensure regular coordination on dossiers and plan new activities.
Prunas said that despite the emergency, services go on as usual at the embassy.
He said, “What has changed is how we deliver them to adapt our work flows to this unprecedented situation and the many ideas and projects we have in mind for the future.”
On the likely impact of the pandemic on normal life in future, the Italian envoy said every country would have to deal with the consequences of the pandemic either in social or economic terms.
Plasma da pazienti convalescenti per trattare Covid-19: avviato un progetto di ricerca tra Qatar Foundation Endowment, Hamad Medical Corporation (Doha), Mater Olbia Hospital e Università Cattolica del Sacro Cuore. I risultati della ricerca, che prevede l’arruolamento di 100 donatori e 100 pazienti riceventi, contribuiranno in modo significativo a standardizzare e migliorare la terapia con plasma. Questo approccio, protagonista di numerosi studi in tutto il mondo, potrebbe rappresentare una valida opzione per i pazienti con quadri clinici severi. Alcuni lavori condotti in Cina hanno messo in evidenza le potenzialità di questo trattamento, in analogia a quanto dimostrato in precedenza per altre infezioni virali gravi tra cui Sars e Mers, causate da virus molto simili a Sars-CoV-2, responsabile di Covid-19.
Si ritiene che gli anticorpi presenti nel plasma di pazienti convalescenti possano esercitare un’azione neutralizzante sul virus nei pazienti Covid-19 gravi, contribuendo in modo decisivo a un rapido miglioramento delle condizioni cliniche e alla guarigione. Purtroppo, diversi aspetti sono ancora poco chiari e meritano approfondimenti e ricerche. Ad esempio, non è ancora noto quale sia la quota di pazienti convalescenti Covid-19 in grado di sviluppare una quantità sufficiente di anticorpi, il tempo necessario per la loro comparsa a seguito di infezione e la loro persistenza nel tempo; rimangono da definire gli aspetti qualitativi degli anticorpi responsabili dell’attività protettiva e ‘neutralizzante’ come la classe di IgG e le sottoclassi di IgG coinvolte.
Il progetto di ricerca che vede coinvolti Hamad Medical Corporation (Doha), Mater Olbia Hospital e Università Cattolica del Sacro Cuore, col supporto di Qatar Foundation Endowment, si propone proprio di valutare la sicurezza e l’efficacia della terapia con plasma in una coorte di pazienti Covid-19.
Lo studio ha come obiettivo “la caratterizzazione del ruolo degli anticorpi neutralizzanti nello sviluppo dell’immunità post-Covid-19”, mediante un’analisi dettagliata della risposta anticorpale specifica per Sars-CoV-2. I risultati della ricerca, che prevede l’arruolamento di 100 donatori e 100 pazienti riceventi, contribuiranno in modo significativo a standardizzare e migliorare la terapia con plasma. Ma come si svolge concretamente? Il plasma di pazienti verrà raccolto e infuso su malati con quadri severi da Covid-19 presso l’Hamad Medical Corporation, dove verranno valutati e monitorati i dati clinici dei pazienti. Aliquote di plasma dei pazienti ‘guariti’ sono stati e verranno raccolti in tempi diversi, e lo stesso accade per i riceventi. I campioni di plasma verranno trasmessi al Mater Olbia Hospital per la determinazione qualitativa e quantitativa degli anticorpi anti-Sars-CoV-2.
Presso il Mater Olbia Hospital verranno eseguiti, mediante saggi Elisa, la determinazione dei titoli anticorpali e la caratterizzazione qualitativa della risposta sui campioni di plasma ricevuti da Hamad Medical Corporation (da pazienti donatori e riceventi). In tal modo sarà possibile determinare una cinetica della risposta immunitaria ed i profili immunologici nella coorte di pazienti inclusi nello studio. Sulla base dei risultati ottenuti verranno selezionati dei campioni rappresentativi per la misurazione dell’attività neutralizzante. Presso il Laboratorio di Microbiologia dell’Uiversità Cattolica di Roma verranno eseguiti i test per la determinazione dell’attività neutralizzante del plasma ottenuto da un gruppo selezionato di pazienti donatori e riceventi. I saggi prevedono l’infezione di cellule con virus Sars-CoV-2 e misurazione dell’inibizione dell’infezione dai parti del plasma oggetto dello studio.
La ricerca si propone di individuare i profili della risposta immunitaria umorale (anticorpi) che si associano ad attività protettiva e quindi neutralizzante. I risultati contribuiranno a meglio comprendere i processi immunologici associati alle terapie con plasma iperimmune, trasformando un trattamento attualmente basato su dati prevalentemente empirici in protocolli terapeutici informati e basati evidenze scientifiche, si legge in una nota.
La ricerca è interamente finanziata da Qatar Foundation Endowment, Hamad Medical Corporation e Mater Olbia Hospital e ha un valore stimato di 500.000 euro. Lo studio sarà coordinato da Hussam Al Soub e da Ali S. Omrani di Hamad Medical Corporation e da Stefano Vella, docente di Salute globale Ucsc, e Giovanni Delogu, associato di Microbiologia Ucsc, del Mater Olbia Hospital.