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manuela

18 Settembre 2023

Benessere organizzativo. Attraverso la sua promozione si contribuirà a rendere le cure erogate più sicure

Dal Quotidiano sanità del 18 settembre 2023

E’ necessario investire in azioni che abbiano l’obiettivo di stabilizzare o promuovere tutti i fattori che incidono positivamente sul lavoro, e di ridurre o eliminare quelli ritenuti causa di disagio e sofferenza. Individuare le aree di criticità e progettare soluzioni migliorative permette al lavoratore di stare meglio e ai pazienti, che gli si sono affidati, di vivere meglio le condizioni di malattia. Non tralasciamo l’opportunità che ci viene offerta dal Pnrr.

L’aggressione recentissima della Primario del Pronto Soccorso da parte di un infermiere dello stesso reparto in un ospedale campano ripropone con forza la necessità improcastinabile di avviare anche in sanità un percorso finalizzato al benessere organizzativo in questi delicati ambienti di lavoro.

Sono concordi su questa azione Filippo Anelli, presidente della FNOMCeO e Tiziana Frittelli, Presidente di Federsanità, che hanno sottolineato che solo attraverso la creazione di un ambiente di lavoro sano e sicuro si riescono a minimizzare le azioni conflittuali che capitano negli ospedali tra i dipendenti e con gli ospiti.

Tra le 10 Guide che il Ministero della Salute ha elaborato per un’assistenza sanitaria più sicura rivolta a tutti coloro che sono coinvolti a vari livelli nella promozione della Sicurezza dei Pazienti, c’è quella per gli Operatori (sanitari). Al 6° punto del documento “Prendersi cura di se stessi” viene specificato: L’abitudine rispetto a certe azioni può indurre a effettuare errori per disattenzione, così come le interruzioni, la noia, la rabbia, l’ansia, la paura, la fretta, la fatica, che vanno quindi riconosciuti e affrontati con opportune strategie…..”.

Non a caso nel programma per i Corsi di formazione in materia di Sanità Pubblica e di organizzazione sanitaria propedeutici all’inserimento nell’elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di Direttore Generale delle Aziende Sanitarie e degli altri Enti del SSN, approvato dalla Conferenza Stato Regione, è previsto un modulo in cui viene indicato l’argomento “Benessere Organizzativo”-

“C’è una valida finalità e un’ambiziosa motivazione di salute pubblica nello stabilire strategie di promozione della salute negli ambiti assistenziali. Gli ospedali utilizzano tra il 40% ed il 70% del budget sanitario nazionale, e tipicamente impiegano circa tra l’1% ed il 3% della popolazione lavorativa. Gli ospedali, come luoghi di lavoro sono caratterizzati da una gamma di fattori di rischio di tipo fisico, chimico, biologico e psicosociale. Paradossalmente, negli ospedali, organizzazioni che si prefiggono di ristabilire la salute, la conoscenza dei fattori che mettono a rischio la salute del loro personale è poco sviluppata, nonostante le consolidate prove di efficacia a sostegno della relazione tra salute del personale, produttività e qualità dell’assistenza al paziente. Tra gli strumenti più importanti per migliorare la qualità in sanità, come l’utilizzo di linee guida a contenuto professionale, standard ed indicatori di performance, gli aspetti della promozione della salute sono poco approfonditi” (tratto da Manuale di Autovalutazione per la promozione della Salute negli Ospedali e Servizi Sanitari dell’OMS).

Sempre l’OMS, in una recente consultazione internazionale alla quale hanno partecipato esperti provenienti da 18 Paesi è giunta alla conclusione che una struttura sanitaria può essere definita “sana e sicura” se è in grado di promuovere il benessere fisico, sociale e mentale (psichico) dei suoi occupanti attraverso una progettazione, costruzione, manutenzione e collocazione territoriale in grado di supportare un ambiente sostenibile ed una comunità lavorativa coesa.

Le ricadute, sia sul piano della salute individuale che dell’intera organizzazione, hanno spinto le organizzazioni stesse a impegnarsi nel combattere il malessere e a progettare benessere nei luoghi lavoro, sia per tutelare la salute dei singoli che per mantenere e sviluppare l’efficienza delle organizzazioni stesse.

Interventi di questo tipo si rendono ancor più necessari all’interno delle organizzazioni sanitarie, dove si considera valore fondante la centralità della persona, ma dove spesso si trascura di tenere in conto la sofferenza che lega pazienti e operatori in un vincolo ad alto impatto emotivo.

La domanda sorge spontanea: come si può mettere “al centro” la persona (cittadino, utente, cliente, paziente) se non si creano i presupposti affinché i lavoratori, essi stessi “persone”, siano messi in grado di prendersi cura dell’altro? Un lavoratore in condizioni di malessere organizzativo dovrà fare i conti con il proprio disagio prima di intraprendere la “cura dell’altro”.

In sanità l’operatore è sottoposto allo stress che deriva dall’alto indice di complessità, dall’imprevedibilità, dall’incertezza e dall’alto impatto emotivo di attività svolte in relazione al paziente sofferente e bisognoso di cure. Per questo è necessario creare condizioni per cui chi lavora non debba subire stress ulteriore originato da carenze o disfunzioni organizzative, assicurando una corretta e puntuale applicazione della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Tutto questo in sanità si traduce in disinteresse per l’altro bisognoso di cura. Diversi sono i motivi per cui il malessere può presentarsi nelle organizzazioni (dalle strutture fisiche/ambientali ai disagi propri dell’individuo). Allo stesso modo, diverse sono le situazioni e i modelli organizzativi che creano benessere.

E’ necessario quindi investire in azioni che abbiano l’obiettivo di stabilizzare o promuovere tutti i fattori che incidono positivamente sul lavoro, e di ridurre o eliminare quelli ritenuti causa di disagio e sofferenza.

Individuare le aree di criticità e progettare soluzioni migliorative permette al lavoratore di stare meglio e ai pazienti, che gli si sono affidati, di vivere meglio le condizioni di malattia.

Ma quanto costa stare bene? Anche se nelle nostre strutture sanitarie ci sono problemi la cui risoluzione dipende da grandi investimenti economici (come nel caso di luoghi fisici non adeguati alle esigenze di coloro che vi prestano opera), spesso il benessere passa attraverso dimensioni su cui si può agire con costi contenuti o solo attraverso rimodulazioni lavorative.

Non tralasciamo l’opportunità che ci viene offerta dal PNRR con l’azione “Per un Ospedale sicuro”, ci ricorda Gennaro Sosto, Presidente di Federsanità Campania e Direttore Generale ASL Salerno, attraverso l’adeguamento complessivo delle strutture sanitarie pubbliche guardando anche al miglioramento dei parametri caratterizzanti gli ambienti di lavoro e gli spazi di ricovero e assistenza.

14 Settembre 2023

Diabete di tipo 1 e celiachia. Ok del Senato alla proposta di legge per l’avvio di campagna di screening. Il provvedimento è ora legge

Dal Quotidiano Sanità del 13 settembre 2023

Verrà avviato un programma di diagnosi tramite screening destinato alla popolazione in età infantile e adolescenziale, individuata nel range di età dagli 1 ai 17 anni, per identificare i soggetti a rischio sviluppo di diabete di tipo 1 o di celiachia. Grazie alla diagnosi precoce, infatti, è possibile ridurre le complicanze, potenzialmente mortali, derivanti dalle predette malattie.

L’Aula del Senato ha approvato questa mattina all’unanimità, in via definitiva, la proposta di legge che punta a definire un programma di salute pubblica di diagnosi tramite screening destinato alla popolazione in età infantile e adolescenziale, individuata nel range di età dagli 1 ai 17 anni, per identificare i soggetti a rischio sviluppo di diabete di tipo 1 o di celiachia. Grazie alla diagnosi precoce, infatti, è possibile ridurre le complicanze, potenzialmente mortali, derivanti dalle predette malattie.
Il testo si compone di 4 articoli.

L’articolo 1 definisce un termine di 120 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, per l’emanazione di decreto del Ministro della salute che detti i criteri per l’adozione, previo parere della Conferenza Stato-Regioni e sentite le associazioni maggiormente rappresentative dei familiari di persone affette da diabete di tipo 1 e da celiachia (tale inciso è stato inserito nel corso dell’esame referente) di un programma pluriennale di screening su base nazionale nella popolazione pediatrica, da avviare a decorrere dall’anno 2024 per l’individuazione degli anticorpi del diabete di tipo 1 e della celiachia, finalizzato al prevenire l’insorgenza di chetoacidosi in soggetti affetti da diabete di tipo 1 e di rallentare la progressione della malattia mediante l’impiego delle terapie disponibili, oltre che ottenere diagnosi precoci della celiachia.

Lo schema di decreto è sottoposto al parere delle competenti Commissioni parlamentari, che devono esprimersi entro il termine di 30 giorni dalla data della sua trasmissione, decorso il quale il Ministro della salute può comunque procedere (comma 1). Il comma 2 dispone che, per l’attuazione del programma pluriennale, sia autorizzata la spesa di 3,85 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025 e di 2,85 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2026.

Si prevede inoltre l’istituzione (articolo 2) di un Osservatorio nazionale sul diabete tipo 1, presso il Ministero della salute, composto da dieci membri, nominati con decreto del Ministro della salute e di seguito individuati:
a) un rappresentante del Ministero della salute, che assume le funzioni di presidente;
b) due rappresentati dell’Istituto superiore di sanità;
c) cinque medici di comprovata esperienza specializzati nella cura e nella predizione genetica del diabete tipo 1;
d) due rappresentanti di associazioni di rilevanza nazionale operanti nel settore della prevenzione e della predizione genetica del diabete tipo 1.

Il comma 2 prevede che i membri dell’Osservatorio durino in carica tre anni e il loro incarico può essere rinnovato una sola volta. La partecipazione all’Osservatorio è svolta in forma gratuita e ai componenti non spettano compensi, rimborsi di spese, gettoni di presenza o altri emolumenti comunque denominati.

L’Osservatorio (comma 3) studia ed elabora le risultanze dello screening di cui all’articolo 1 e pubblica annualmente una relazione nel sito internet istituzionale del Ministero della salute. Per l’istituzione ed il funzionamento dell’Osservatorio è prevista la clausola di invarianza degli oneri per la finanza pubblica, in quanto all’attuazione del presente articolo si deve provvedere con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. Le disposizioni dell’articolo 3 riguardano le campagne periodiche di informazione e di sensibilizzazione sociale sul tema, ad opera del Ministero della salute. Il Ministero deve promuovere tali campagne con specifico riferimento all’importanza della diagnosi precoce in età pediatrica e per la conoscenza del programma di screening sopra indicato. Viene allo scopo autorizzata una spesa di 150.000 euro annui, a decorrere dal 2024.

L’articolo 4, detta le disposizioni finanziarie prevedendo che il Fondo di cui all’articolo 1 sia rifinanziato nella misura di 3 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2024. Ai relativi oneri si provvede mediante corrispondente riduzione elle proiezioni dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2023-2025, nell’ambito del programma “Fondi di riserva e speciali” della missione “Fondi da ripartire” dello stato di previsione del Mef per l’anno 2023, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero della salute. Il comma 2 autorizza il Mef ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

7 Settembre 2023

Verso la manovra. Per la sanità si lavora per trovare 2 miliardi in più

Dal Quotidiano sanità del 7 settembre 2023

Il comparto sembra essere tra le priorità della prossima Legge di Bilancio secondo quanto filtrato ieri dalla riunione di maggioranza in cui sono state date alcune indicazioni di metodo in vista della prossima Legge di Bilancio. I margini sono stretti ma la sensazione è che la sanità non verrà messa in disparte.

Concentrare le risorse su “salari, sanità, famiglie e pensioni”. È quanto filtra dalla riunione di maggioranza di ieri in cui sono state date alcune indicazioni di metodo in vista della prossima Legge di Bilancio. I margini sono strettissimi e come già ricordato dal Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti “non si potrà fare tutto” ma la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sembra aver messo nella sua agenda delle priorità anche la sanità.

Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci oltre ai 2,3 mld di aumento del Fondo sanitario già previsti per il 2024 ha chiesto a gran voce altri 4 miliardi in primis per dare un segnale forte alla carenza di personale e a rendere più attrattivo il sistema pubblico.

Molto difficile che si arrivi a quella cifra ma da quanto si apprende la maggioranza è al lavoro per ottenere un aumento di 2 miliardi per dare un segnale al comparto ma anche per non farsi incalzare dalle opposizioni che proprio sulla sanità stanno lavorando ad una serie di proposte comuni e hanno tutta l’intenzione di non abbandonare il tema.
Il cammino però è ancora lungo e molto dipenderà dall’andamento dell’economia e forse un primo segnale si avrà con la Nota di aggiornamento del Def.

30 Agosto 2023

Italia al 14° posto nell’Unione europea per il numero di medici in rapporto agli abitanti

Dal Quotidiano Sanità del 30 agosto 2023

È quanto emerge dai dati Eurostat. Nel 2021 nella Ue c’erano circa 1,82 milioni di medici praticanti. Il maggior numero si è registrato nei paesi più grandi dell’UE: Germania (377.000, pari al 21% del totale UE), seguita a distanza da Italia (243.000), Francia (216.000) e Spagna (213.000). Ma nel rapporto con gli abitanti i numeri cambiano.

Nel 2021, l’Unione Europea contava circa 1,82 milioni di medici praticanti. Il maggior numero si è registrato nei paesi più grandi dell’UE: Germania (377.000, pari al 21% del totale UE), seguita a distanza da Italia (243.000), Francia (216.000) e Spagna (213.000).
Tra i paesi dell’UE, la Grecia (629,2) e il Portogallo (562,0) hanno registrato il numero più alto di medici (medici abilitati all’esercizio della professione) ogni 100.000 abitanti, seguita dall’Austria (540,9). Al contrario, i rapporti più bassi sono stati registrati in Francia (318,3), Belgio (324,8) e Ungheria (329,8). In Italia il rapporto è di 410,4 e siamo al 14° posto.

31 Luglio 2023

Pnrr. Dalle Case agli Ospedali della Comunità fino alla telemedicina, ecco il piano del Governo che rivede gli obiettivi della Mission 6

Dal Quotidiano Sanità del 27 luglio 2023

“Il contesto attuale comporta difficoltà di attuazione non solo per le strutture sanitarie (Casa della Comunità, Ospedali della Comunità, Ospedali sicuri e sostenibili) ma anche per i progetti di transizione digitale (quali telemedicina, sostituzione delle grandi apparecchiature, digitalizzazione dei DEA di I e II livello) nella misura in cui richiedono lavori edili per la preparazione dei locali”. I target tagliati saranno ugualmente realizzati con i fondi per l’edilizia sanitaria e con le risorse della politica di coesione (FSC).

Una riduzione degli interventi da finanziare con le risorse del Pnrr entro il 2026 a causa dell’aumento dei costi anche se le altre strutture espunte dai target saranno in ogni caso realizzare con altre risorse provenienti dall’ex art.20/88 sull’edilizia sanitaria e da una riprogrammazione delle risorse della politica di coesione (FSC).
È questo l’impianto generale contenuto nella bozza del Piano di revisione del Governo che pubblichiamo. Ad esempio il target per le Case della Comunità scende da 1.350 a 936 (le 414 espunte saranno realizzate con altri fondi), gli Ospedali di Comunità passano da 400 a 304. Le Cot scendono da 600 a 524. Novità anche sul Fascicolo sanitario elettronico: la proposta di modifica riguarda la previsione secondo la quale l’integrazione/l’inserimento dei documenti nel FSE deve iniziare dai documenti nativi digitali, escludendo dal perimetro dell’intervento la migrazione/trasposizione ad hoc di documenti cartacei attuali o vecchi. Spostati i tempi di realizzazione dei progetti di telemedicina.

“Il contesto attuale – si legge – comporta difficoltà di attuazione non solo per le strutture sanitarie (Casa della Comunità, Ospedali della Comunità, Ospedali sicuri e sostenibili) ma anche per i progetti di transizione digitale (quali telemedicina, sostituzione delle grandi apparecchiature, digitalizzazione dei DEA di I e II livello) nella misura in cui richiedono lavori edili per la preparazione dei locali (ad esempio, di quelli destinati ad accogliere le nuove apparecchiature). Ulteriori criticità sono riconducibili a criticità nelle catene di nell’approvvigionamento delle materie prime, nella fornitura di attrezzature e nella logistica, riconducibili in parte alla mancanza di flessibilità degli strumenti contrattuali utilizzabili dai soggetti attuatori e in parte a strozzature dal lato dell’offerta (legate ad esempio alla concentrazione in capo a pochi operatori economici specializzati in ambito sanitario)”.

Con riferimento alle Case della Comunità, il Piano evidenzia come “tra il 2021 e il 2023 l’incremento dei costi di costruzione per un intervento tipologico, risultante da un Computo Metrico Estimativo per ognuna delle quattro macrocategorie di lavori rilevanti (strutture, opere edili, impianti idrici e meccanici, impianti elettrici e speciali), oscilla tra il 24% e il 66% a seconda delle Regioni considerate”.

Allo stesso tempo il piano del Governo individua nuove “azioni tese ad affiancare e rafforzare le linee d’intervento preesistenti affinché si possano conseguire risultati sostenibili anche dal punto di vista organizzativo e gestionale. Per gli interventi parzialmente espunti dal Piano si propone, inoltre, la piena realizzazione attraverso risorse nazionali e secondo tempistiche che potranno essere successive a giugno 2026. Nel complesso, le modifiche proposte mirano a preservare l’ambizione della missione Salute e a realizzare appieno quanto previsto dal DM n. 77/22, rendendo le strutture territoriali pienamente funzionanti ed operative anche attraverso l’integrazione di figure professionali quali gli specialisti ambulatoriali interni e la dotazione di attrezzature e tecnologie innovative e sostenibili dal punto di vista energetico”

Nello specifico, il Ministero della Salute propone di riprogrammare gli investimenti come riportato di seguito:

M6C1 – Investimento 1.1: Case della Comunità e presa in carico della persona. La proposta di modifica prevede la rimodulazione quantitativa del target da 1.350 a 936 interventi, giustificata dall’aumento dei costi dell’investimento e dei tempi di attuazione (Art. 21 del regolamento 2021/241). La rimodulazione riguarderebbe prevalentemente i nuovi edifici, per i quali la realizzazione entro giugno 2026 è a rischio. Gli investimenti espunti verranno comunque realizzati, con le modalità già programmate, assicurando la copertura finanziaria mediante il ricorso alle risorse nazionali del programma di investimenti in edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico ex art. 20 della legge n. 67/1988 o mediante la riprogrammazione delle risorse della politica di coesione (FSC).

Le risorse PNRR che residuerebbero dalla riduzione del target e dalla copertura dei maggiori costi potrebbero essere utilizzate per: finanziare una nuova sub-linea d’investimento tesa a rafforzare i Poliambulatori specialistici pubblici, in stretto collegamento alle Case della Comunità, in particolare per la sostituzione o implementazione di apparecchiature di radiodiagnostica di base e/o radiologia domiciliare e laboratoristica; rafforzare gli interventi legati agli obiettivi del tagging climatico; coprire un ulteriore eventuale aumento dei costi.

M6C1 – Investimento 1.2: Casa come primo luogo di cura e telemedicina. Le proposte di modifica riguardano, rispettivamente, il sub-investimento 1.2.2, Centrali Operative Territoriali (COT), e il sub-investimento 1.2.3, Telemedicina per un migliore supporto ai pazienti cronici.

– Sub-investimento 1.2.2: la proposta di modifica prevede la rimodulazione del target (M6C1-7) da 600 a 524 Centrali operative territoriali (COT) e il suo differimento di un semestre (da T2-2024 a T4 2024), giustificata dall’aumento dei costi dell’investimento e dei tempi di attuazione (Art. 21 del regolamento 2021/241). Le COT escluse dal target verranno realizzate con risorse a valere su fondi nazionali, ex art. 20 della legge n. 67/88.
– Sub-investimento 1.2.3: la proposta di modifica riguarda il target relativo le persone assistite attraverso gli strumenti della telemedicina (M6C1-9), per il quale si propone di differire il conseguimento di un semestre (da T4 2025 a T6 2026) in considerazione della difficoltà a reperire materie prime (ad esempio, metalli e materiali utilizzati nelle apparecchiature tecnologiche) e dell’incremento generalizzato dei relativi prezzi e del costo dell’energia (Art. 21 del regolamento 2021/241).
M6C1 – Investimento 1.3: Rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture (Ospedali di Comunità). La proposta di modifica prevede la rimodulazione del target da 400 a 304 progetti, destinando le risorse ai progetti di ristrutturazione di edifici esistenti che, alla luce delle ultime attività di monitoraggio, non presentano complessità attuative. La proposta è giustificata dall’aumento dei costi dell’investimento e dei tempi di attuazione (ex Art. 21 del regolamento 2021/241). I nuovi edifici e, in generale, i progetti che presentano un maggior rischio di mancata realizzazione entro i termini saranno invece finanziati con le risorse dell’art. 20 legge n. 67/1988 (ivi inclusi economie di progetto e residui di Accordi di programma) o dalle risorse della politica di coesione (FSC) laddove necessarie.

Nell’ambito della Componente 2, le modifiche proposte riguardano gli investimenti 1.1 – 1.3, come di seguito riportato.

M6C2 – Investimento 1.1: Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero. Nell’ambito di questo investimento, le modifiche proposte riguardano rispettivamente il sub- investimento 1.1.1, Digitalizzazione DEA I e II e Rafforzamento strutturale SSN, e il sub- investimento 1.1.2, Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero (Grandi apparecchiature). In entrambi i casi la giustificazione è riconducibile all’aumento dei costi dell’investimento e dei tempi di attuazione (Art. 21 del regolamento 2021/241).

Sub-investimento 1.1.1 (M6C2-8): la modifica proposta riguarda la possibilità di ampliare la disponibilità di strumenti contrattuali disponibili ai soggetti attuatori, sia includendo gare CONSIP (che attualmente è l’unica centrale di committenza ammessa) già pubblicate (come la III gara sanità digitale) e in fase di pubblicazione e/o aggiudicazione sia prevedendo il ricorso a Mepa/SDAPA per acquisti ancillari. L’obiettivo della proposta è di consentire il perfezionamento degli interventi avviati sugli accordi quadro Consip già ad oggi disponibili, che necessitino di acquisti di elementi ancillari per una migliore efficacia degli interventi stessi (come, ad esempio, l’acquisto di tablet per la raccolta della firma grafometrica da parte dei pazienti per gli interventi di cartella clinica digitale). Inoltre, con le economie di gara e di progetto nonché le risorse dei progetti in essere ex art. 20 della legge 67/88 non rendicontate potrà essere inserita una linea d’intervento a favore della gestione dei farmaci mediante il finanziamento di 100 progetti innovativi di logistica del farmaco.

Sub-investimento 1.1.2. (M6C2-6): la proposta di modifica consiste nel differimento del conseguimento del target a T4 2025 da T4 2024 per consentire ai soggetti attuatori di completare tutte le attività necessarie per l’acquisto, l’installazione e la sostituzione delle apparecchiature obsolete o fuori uso, a fronte del ritardo accumulato a causa di molteplici fattori, quali l’aumento dei costi (che incide sui lavori per l’adeguamento degli spazi destinati a ospitare le grandi apparecchiature e sull’effettiva disponibilità nei tempi previsti dalle procedure di acquisto delle grandi apparecchiature contrattualizzate), i ritardi nelle forniture e le difficoltà legate all’approvvigionamento delle materie prime.

– Le economie di gara e di progetto nonché le risorse del fondo ex art. 20 della legge 67/88 inoltre potrebbero essere destinate all’introduzione di apparecchiature innovative e/o upgrade di quelle esistenti. Inoltre, per le finalità sopra riportate, le economie dei progetti in essere ex art. 20 l 67/88 non rendicontate potranno finanziare due nuove linee d’intervento a favore dell’adeguamento di 100 sale operatorie e del rafforzamento tecnologico mediante l’introduzione di tecnologie innovative in ambito chirurgico con l’acquisto e/o noleggio di 80 robot chirurgici.

M6C2 – Investimento 1.2: Verso un ospedale sicuro e sostenibile. La proposta di modifica prevede la rimodulazione degli investimenti riducendo gli interventi antisismici nelle strutture ospedaliere funzionali all’allineamento alle norme antisismiche da 109 ad 87. La proposta si giustifica alla luce dell’incremento dei costi e del conseguente allungamento dei tempi di realizzazione di 22 interventi particolarmente complessi (art. 21 del regolamento 2023/241). Per tali progetti, ritenuti a rischio di conseguimento del target per criticità relative all’esecuzione delle opere o all’organizzazione del cantiere, è previsto il finanziamento con le risorse ex art. 20 legge 67/88. Le risorse liberate dalla rimodulazione del target potranno essere destinate a coprire i maggiori costi e a rafforzare l’investimento anche sotto il profilo della sostenibilità, intervenendo con opere impiantistiche finalizzate all’adeguamento degli impianti aereazioni e all’adeguamento antincendio.

M6C2 – Investimento 1.3: Rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione, l’analisi dei dati e la simulazione (FSE). La proposta di modifica riguarda la previsione secondo la quale l’integrazione/l’inserimento dei documenti nel FSE deve iniziare dai documenti nativi digitali, escludendo dal perimetro dell’intervento la migrazione/trasposizione ad hoc di documenti cartacei attuali o vecchi.

24 Luglio 2023

Ondate di calore. L’alert dell’Unicef: “Nel 2050 in Italia saranno 8,7 mln i bambini esposti anche in uno scenario a basse emissioni”

Dal Quotidiano Sanità del 20 luglio 2023

In uno scenario a emissioni molto elevate saranno 9,7 milioni. 559 milioni i bambini attualmente esposti nel mondo ad un’alta frequenza di ondate di calore Entro il 2050, tutti i 2,02 miliardi di bambini saranno esposti a un’alta frequenza di ondate di calore

Nel mondo sono 559 milioni i bambini esposti a un’alta frequenza di ondate di calore (in media 4,5 o più all’anno. Inoltre, 624 milioni di bambini sono esposti a una delle altre tre condizioni di caldo elevato: durata elevata dell’ondata di calore, gravità elevata dell’ondata di calore o temperature estremamente elevate. E il quadro potrebbe peggiorare entro il 2050: tutti i 2,02 miliardi di bambini saranno esposti a un’alta frequenza di ondate di calore, indipendentemente dal fatto che il mondo raggiunga uno “scenario a basse emissioni di gas serra” con un riscaldamento stimato di 1,7 gradi nel 2050 o uno “scenario ad altissime emissioni di gas serra” con un riscaldamento stimato di 2,4 gradi nel 2050.

Queste le stime che arrivano dall’Unicef che coinvolgono anche il nostro Paese con previsioni preoccupanti: nel 2050 in Italia saranno 8,7 in uno scenario a basse emissioni, 9,7 in uno scenario a emissioni molto elevate,
I rischi per i bambini. Da anni l’Unicef lancia allarmi sulle ondate di calore. Dannose, spiega una nota, soprattutto per i bambini, perché hanno una minore capacità di regolare la loro temperatura corporea rispetto agli adulti. Più i bambini sono esposti a ondate di calore, maggiori sono le loro probabilità di avere problemi di salute, comprese malattie respiratorie croniche, asma e malattie cardiovascolari. I neonati e i bambini piccoli sono esposti a più alti rischi di mortalità legata al caldo. Le ondate di calore possono avere effetti sull’ambiente in cui vivono i bambini, la loro sicurezza, nutrizione e accesso all’acqua, sull’istruzione e sul loro sostentamento futuro.

Già adesso, prosegue la nota dell’Unicef, 1 bambino su 3 vive in paesi che affrontano temperature estremamente elevate e circa 1 su 4 è esposto a un’alta frequenza di ondate di calore. Questo dato potrà solo peggiorare. Ancora più bambini subiranno le conseguenze di ondate di calore più lunghe, calde e frequenti nei prossimi 30 anni, minacciando la loro salute e il benessere.

La durata delle ondate di calore elevate attualmente ha conseguenze su 538 milioni (o il 23%) dei bambini a livello globale. Questo numero salirà a 1,6 miliardi nel 2050 con un riscaldamento di 1,7 gradi e a 1,9 miliardi di bambini con un riscaldamento di 2,4 gradi, sottolineando l’importanza di misure urgenti e drastiche di mitigazione delle emissioni e di adattamento per contenere il riscaldamento globale e proteggere le vite umane.

A seconda del grado di riscaldamento globale raggiunto, milioni di bambini in più saranno esposti a ondate di calore e temperature estreme. I bambini delle regioni settentrionali, in particolare dell’Europa, subiranno gli aumenti maggiori delle ondate di calore di elevata intensità e, entro il 2050, quasi la metà di tutti i bambini dell’Africa e dell’Asia sarà esposta in modo prolungato a temperature estremamente elevate.

In Italia non abbassare la guardia. “L’Italia si trova nella cosiddetta zona hotspot del Mediterraneo, cioè è tra le aree che si riscaldano più rapidamente rispetto all’aumento della media globale – ha dichiarato Andrea Iacomini, Portavoce dell’Unicef Italia – in Italia nel 2020 erano 6,1 milioni i minorenni esposti a un’alta frequenza di ondate di calore: nel 2050 saranno 8,7 in uno scenario a basse emissioni, 9,7 in uno scenario a emissioni molto elevate. Per quanto riguarda la durata delle ondate di calore, nel 2020 avevamo 7,2 milioni di minorenni esposti a una durata elevata, nel 2050 ne avremo 8,7 in uno scenario a basse emissioni, 9,2 in uno scenario a emissioni molto elevate. Sono dati preoccupanti, sui cui non dobbiamo abbassare la guardia”.

Questi risultati, avverte l’Unicef, sottolineano il bisogno urgente di adattare i servizi su cui i bambini fanno affidamento all’inevitabile impatto del riscaldamento globale. Quanto saranno devastanti questi cambiamenti dipenderà dalle azioni che intraprendiamo adesso. Come minimo, avverte l’Unicef “i governi devono limitare urgentemente il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius e raddoppiare i fondi per l’adattamento climatico entro il 2025. Questo è l’unico modo per salvare le vite il futuro dei bambini e il futuro del pianeta”.

L’Italia si sta dotando di un Piano Nazionale di Adattamento ai cambiamenti climatici e per questo l’Unicef chiede di intervenire nei sei settori cruciali per l’infanzia: acqua, strutture sanitarie e igiene (WASH), salute, nutrizione, istruzione, politiche sociali e protezione dell’infanzia; di mettere bambini e adolescenti in condizione di agire attraverso una formazione strutturale sui cambiamenti climatici, inclusa la riduzione del rischio da disastri naturali; di consultare i bambini e i giovani sia in fase di stesura, sia nelle fasi di realizzazione, monitoraggio e valutazione delle politiche climatiche.

24 Luglio 2023

Ondata calore. Ministero della Salute: “Attenersi alle regole per proteggersi dal caldo”. Ecco i 10 consigli per evitare conseguenze alla salute

Dal Quotidiano Sanità del 16 luglio 2023

Si raccomanda di evitare di uscire nelle ore più calde. È importante inoltre aiutare a proteggersi le persone più fragili e facilmente a rischio. È comunque indispensabile rivolgersi al proprio medico di famiglia in caso di necessità, se si è affetti da malattie croniche o si stanno seguendo delle cure. Anche gli animali domestici vanno protetti dal caldo con semplici accortezze.

Con una nota diffusa questa mattina il Ministero della Salute, in relazione alle temperature elevate di questi giorni, raccomanda ai cittadini di attenersi alle regole per proteggersi dal caldo consultabili sul portale istituzionale e attraverso i canali social.

10 semplici consigli utili a evitare conseguenze per la salute dell’ondata di calore.

Si raccomanda di evitare di uscire nelle ore più calde. È importante inoltre aiutare a proteggersi le persone più fragili e facilmente a rischio.

È comunque indispensabile rivolgersi al proprio medico di famiglia in caso di necessità, se si è affetti da malattie croniche o si stanno seguendo delle cure. Anche gli animali domestici vanno protetti dal caldo con semplici accortezze.

Si ricorda che ogni giorno sono disponibili sul sito del ministero i bollettini caldo con i relativi livelli di rischio.

“Proteggiti dal caldo”, seguendo i consigli del Ministero della Salute:

Evitiamo di uscire nelle ore più calde: proteggiamo soprattutto bambini, anziani e persone fragili.
Proteggiamoci in casa e sui luoghi di lavoro, rinfrescando gli ambienti e rinnovando l’aria, schermando le finestre con tende che blocchino il passaggio della luce, ma non quello dell’aria.
Beviamo almeno un litro e mezzo di acqua al giorno: bere molta acqua e mangiare frutta fresca. Limitiamo il consumo di bevande con zuccheri aggiunti, caffè e alcolici.
Seguiamo sempre un’alimentazione corretta: consumare frutta e verdura di stagione, moderare il consumo di piatti elaborati ricchi di grassi, ridurre i condimenti, impiegare poco sale.
Facciamo attenzione alla corretta conservazione degli alimenti, rispettando la catena del freddo.
Vestiamoci con indumenti possibilmente chiari, di fibre naturali o che garantiscano la traspirazione, indossando cappelli leggeri per proteggere la testa dal sole, occhiali con filtri UV e schermi solari prima di esporci al sole.
Proteggiamoci dal caldo in viaggio: se siamo in auto ricordiamoci di areare l’abitacolo, evitando ove possibile le ore più calde della giornata e tenendo sempre a portata una scorta d’acqua. Non lasciare mai neonati o animali nell’abitacolo dell’auto, neanche per brevi periodi.
Pratichiamo l’esercizio fisico nelle ore più fresche della giornata, se si fa attività̀ fisica, ricordiamoci di bere molti liquidi e mangiare in modo corretto.
Offriamo assistenza a persone a maggiore rischio (anziani che vivono da soli, persone fragili e in difficoltà etc.) e segnaliamo ai servizi socio-sanitari eventuali situazioni che necessitano di intervento.
Ricordiamoci sempre di proteggere anche gli animali domestici: diamogli da bere molta acqua anche quando siamo in viaggio e facciamo soste in zone ombreggiate.

24 Luglio 2023

Sempre più anziani in Italia. Record minimo di nascite e massimo di ultracentenari. Il rapporto annuale Istat

Dal Quotidiano Sanità del 7 luglio 2023

Il 2022 si contraddistingue per un nuovo record del minimo di nascite (393mila, per la prima volta dall’Unità d’Italia sotto le 400mila) e per l’elevato numero di decessi (713mila). Il calo delle nascite tra il 2019 e il 2022 (27mila unità in meno) dipende per l’80% dal cosiddetto “effetto struttura”, ovvero dalla minore numerosità e dalla composizione per età delle donne. Il restante 20 per cento è dovuto, invece, alla minore fecondità. Le gravidanze si hanno in età sempre più avanzate.

Terminato nel primo trimestre 2022 lo stato di emergenza sanitaria nazionale, nel corso dell’anno sono emersi nuovi elementi di criticità. Il forte rincaro dei prezzi dell’energia e delle materie prime, accentuato dal conflitto in Ucraina, ha condizionato l’evoluzione dell’economia, con rilevanti aumenti dei costi di produzione per le imprese e dei prezzi al consumo per le famiglie. Nonostante l’attenuarsi della fase più critica della crisi energetica, nel primo trimestre 2023, l’andamento dell’inflazione condizionerà l’evoluzione dei consumi e dei salari reali nel prossimo futuro.

Sul fronte demografico, gli effetti dell’invecchiamento della popolazione si fanno sempre più evidenti: il consistente calo delle nascite registrato nel 2022 rispetto al 2019, circa 27 mila nascite in meno, è dovuto per l’80 per cento alla diminuzione delle donne tra 15 e 49 anni di età e per il restante 20 per cento al calo della fecondità. L’invecchiamento è destinato ad accentuarsi nei prossimi anni, con effetti negativi sul tasso di crescita del Pil pro capite.

Investendo sul benessere delle nuove generazioni, si può fare in modo che l’insufficiente ricambio generazionale sia in parte compensato dalla loro maggiore valorizzazione. Gli indicatori che riguardano il benessere dei giovani in Italia sono però ai livelli più bassi in Europa. Le notevoli risorse finanziarie messe in campo per uscire dalla crisi dovrebbero supportare investimenti che accompagnino e rafforzino il benessere dei giovani nelle diverse fasi dei percorsi di vita, intervenendo fin dai primi anni di vita.
Questi alcuni degli elementi contenuti nel nuovo rapporto annuale 2023 dell’Istat sulla situazione del Paese.

Il quadro demografico
Nel primo quadrimestre 2023 le nascite (118mila unità) continuano a diminuire: -1,1 per cento sul 2022, -10,7 per cento sul 2019. Per quanto riguarda i decessi si assiste a una decisa inversione della tendenza negativa che aveva drammaticamente interessato il precedente triennio: sono 232mila nei primi quattro mesi del 2023, 21mila in meno sul 2022, 42mila in meno rispetto al 2020 e quasi 2mila unità in meno rispetto al 2019.

Al 31 dicembre 2022, la popolazione residente in Italia ammonta a 58.850.717 unità (-179.416 rispetto all’inizio dello stesso anno, -3,0 per mille); tale calo presenta, tuttavia, un’intensità minore, sia rispetto a quello osservato nel 2021 (-3,5 per mille), sia a quello del 2020 (-6,8 per mille), tornando a livelli simili al periodo pre-pandemico (-2,9 per mille nell’anno 2019). Si stima una presenza di 5.050.257 cittadini stranieri, in aumento di 20mila unità sull’anno precedente (+3,9 per mille), composta per il 51,0 per cento da donne. L’incidenza degli stranieri residenti sulla popolazione totale è dell’8,6 per cento, sostanzialmente in linea con l’anno precedente.

Il 2022 si contraddistingue per un nuovo record del minimo di nascite (393mila, per la prima volta dall’Unità d’Italia sotto le 400mila) e per l’elevato numero di decessi (713mila). Dal 2008, anno di picco relativo della natalità, le nascite si sono ridotte di un terzo. Il saldo naturale è diminuito in modo progressivo nel corso del tempo, toccando il minimo nel biennio 2020-2021, quando si è registrata una riduzione di oltre 300mila individui in media annua. A questo si aggiunge, nel 2022, un ulteriore decremento di 321mila unità, che porta quindi, in soli tre anni, alla perdita di quasi un milione di persone (957mila unità). Il calo delle nascite tra il 2019 e il 2022 (27mila unità in meno) dipende per l’80% dal cosiddetto “effetto struttura”, ovvero dalla minore numerosità e dalla composizione per età delle donne. Il restante 20 per cento è dovuto, invece, alla minore fecondità: da 1,27 figli in media per donna del 2019 a 1,24 del 2022.

L’evoluzione di periodo del numero medio di figli per donna in Italia continua a essere fortemente condizionato dalla posticipazione della genitorialità verso età più avanzate. L’età media al parto per le donne residenti in Italia, aumentata di un anno dal 2010 al 2020, è stabile negli ultimi due anni e pari a 32,4 anni.

Nel 2022 la stima della speranza di vita alla nascita è di 80,5 anni per gli uomini e 84,8 anni per le donne; solo per i primi si nota, rispetto al 2021, un recupero quantificabile in circa 2 mesi e mezzo di vita in più. I livelli di sopravvivenza del 2022 risultano ancora al di sotto di quelli del periodo pre-pandemico, registrando valori di oltre 7 mesi inferiori rispetto al 2019, sia tra gli uomini, sia tra le donne. Nonostante l’elevato numero di decessi di questi ultimi tre anni, oltre 2 milioni e 150mila, di cui l’89,7 per cento riguardante persone con più di 65 anni, il processo di invecchiamento della popolazione è proseguito, portando l’età media della popolazione da 45,7 anni a 46,4 anni tra l’inizio del 2020 e l’inizio del 2023.

La popolazione ultrasessantacinquenne ammonta a 14 milioni 177mila individui al 1° gennaio 2023, e costituisce il 24,1 per cento della popolazione totale. Tra le persone ultraottantenni, si rileva comunque un incremento, che li porta a 4 milioni 530mila e a rappresentare il 7,7 per cento della popolazione totale. Il numero stimato di ultracentenari raggiunge il suo più alto livello storico, sfiorando, al 1° gennaio 2023, la soglia delle 22 mila unità, oltre 2 mila in più rispetto all’anno precedente. Gli ultracentenari sono in grande maggioranza donne, con percentuali superiori all’80 per cento dal 2000 a oggi.

Risultano in diminuzione tanto gli individui in età attiva, quanto i più giovani: i 15-64enni scendono a 37 milioni 339mila (sono il 63,4 per cento della popolazione totale), mentre i ragazzi fino a 14 anni sono 7 milioni 334mila (12,5 per cento). Gli scenari demografici prevedono un consistente aumento dei cosiddetti “grandi anziani”. Nel 2041 la popolazione ultraottantenne supererà i 6 milioni; quella degli ultranovantenni arriverà addirittura a 1,4 milioni.

Nel 2022 le iscrizioni anagrafiche dall’estero ammontano a 361mila, con un incremento del 13,3 per cento rispetto al 2021. Forte impulso alle iscrizioni dall’estero è dato dalle conseguenze della guerra in Ucraina alla fine di febbraio 2022. Al 31 dicembre 2022 si osserva un consistente aumento di iscrizioni in anagrafe dall’estero di cittadini ucraini (da circa 9mila nel 2021 a quasi 30mila nel 2022). Il rallentamento dei flussi in uscita, osservato a partire dall’anno della pandemia, prosegue nel 2022 pur in assenza di vincoli agli spostamenti. Le cancellazioni per l’estero scendono a 132mila, -16,7 per cento rispetto all’anno precedente.

I flussi migratori, dopo una fase di marcata prevalenza della componente maschile durata fino agli anni Novanta, negli ultimi venti anni hanno fatto registrare un sostanziale equilibrio di genere. Al 1° gennaio 2022, le donne rappresentano il 49,3 per cento del totale degli stranieri non comunitari di 18 anni e più con un regolare permesso di soggiorno. Molto evidente la struttura per genere a forte connotazione femminile della collettività ucraina: le donne rappresentano più dell’80 per cento degli ingressi, senza variazioni negli ultimi quindici anni.

Al 31 dicembre 2022, dei 7.904 comuni italiani, 4.070 fanno parte delle aree centrali (51,5 per cento) e 3.834 delle aree interne (48,5 per cento). Tra il 1° gennaio 2002 e il 1° gennaio 2023 la popolazione delle aree interne è diminuita, passando dal 23,9 per cento al 22,7 per cento della popolazione totale. Il declino demografico nelle aree interne si osserva già dal 2011, mentre nelle aree centrali dal 2015.

Al 1° gennaio 2023 si registrano 117,9 anziani di 65 anni e più ogni 100 giovani di 15-34 anni (erano 70,5 al 1° gennaio 2002); nelle aree interne tale rapporto è pari a 122,1 (era 73,6 nel 2002), mentre nelle aree centrali è pari a 116,7 (era 69,5).

Criticità ambientali e transizione ecologica
Le tematiche ambientali si collocano ai primi posti tra le principali preoccupazioni dei cittadini. Nel 2022 oltre il 70 per cento dei residenti in Italia, dai 14 anni in su, considera il cambiamento climatico o l’aumento dell’effetto serra tra le preoccupazioni prioritarie.

L’attenzione per i bisogni presenti e per quelli delle future generazioni dovrebbe permeare l’azione degli operatori economici e la progettazione delle politiche pubbliche a livello nazionale e locale, anche in considerazione dei cambiamenti normativi e delle opportunità già disponibili anche a livello europeo (Green Deal, Recovery Fund, RePower Eu).

Tra le maggiori criticità dell’ambiente italiano, si dedica attenzione: alla scarsità delle risorse naturali, con particolare riguardo all’acqua; alle emissioni di gas climalteranti, alla mobilità e agli effetti della qualità dell’aria. Tra le azioni messe in campo viene riportato il quadro dell’espansione dei boschi e delle aree protette, sia terrestri sia marine, la gestione dei rifiuti solidi urbani e lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili.

Il processo di transizione ecologica è destinato a modificare le fonti e i prezzi dei beni energetici e l’analisi della recente dinamica dei prezzi energetici ci segnala una particolare vulnerabilità del nostro Paese e una netta sperequazione nell’impatto dell’inflazione energetica sulle famiglie .Le strategie di policy europee volte a garantire un processo di transizione giusto (Just transition) si concentrano sul tema della povertà energetica, tema sul quale si offre un quadro aggiornato delle statistiche disponibili e una valutazione sull’efficacia dei bonus energetici nel mitigare il fenomeno.

3 Luglio 2023

Dal 5 al 7 luglio a Budapest l’Europa cercherà una nuova intesa per contrastare la “triplice crisi” che minaccia la salute umana e ambientale

Dal Quotidiano Sanità del 3 luglio 2023

Sotto l’egida della presidente della Repubblica ungherese si incontreranno i ministri della salute e dell’ambiente della Regione Europea dell’Oms. La conferenza ha l’obiettivo di definire le priorità e gli impegni futuri in materia di ambiente e salute per la regione europea dell’OMS, con particolare attenzione alle dimensioni sanitarie della “triplice crisi ambientale”, dovuta al cambiamento climatico, alla perdita di biodiversità e all’inquinamento ambientale.

Dal 5 al 7 luglio a Budapest si terrà la settima conferenza ministeriale su ambiente e salute. Il format è nato nel 1989 nell’ambito del Processo europeo per l’ambiente e la salute (EHP).

La conferenza ha l’obiettivo di definire le priorità e gli impegni futuri in materia di ambiente e salute per la regione europea dell’OMS, con particolare attenzione alle dimensioni sanitarie della “triplice crisi ambientale”, dovuta al cambiamento climatico, alla perdita di biodiversità e all’inquinamento ambientale.
La conferenza terrà conto dell’impatto della pandemia di COVID-19 e delle opportunità per una sana ripresa nel percorso verso il raggiungimento dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Nonostante i progressi compiuti negli ultimi 30 anni, oltre 1,4 milioni di decessi all’anno nella Regione sono ancora attribuibili a fattori di rischio ambientale, primo fra tutti l’inquinamento atmosferico. La pandemia di COVID-19 ha rivelato la profondità e l’ampiezza dei fallimenti sistemici nella prevenzione, nel riconoscimento e nell’affrontare le cause ambientali profonde delle malattie zoonotiche, collegando la pandemia alla concomitante triplice crisi ambientale.

Ciò determina la necessità di ripensare la governance, le politiche e l’azione per la salute e l’ambiente. Auspicio della conferenza quello di favorire lo sviluppo di capacità di attuare approcci integrati, transdisciplinari e multisettoriali che agiscano in base a queste interconnessioni, creando partenariati per promuovere un’azione che non lasci indietro nessuno.

Con il patrocinio della Presidente dell’Ungheria Katalin Novák, la Conferenza si propone quindi di:

catalizzare azioni concrete e la collaborazione tra paesi e settori per affrontare le pressanti minacce ambientali per la salute nel contesto della ripresa dalla pandemia e dalla crisi energetica;
offrire l’opportunità di presentare buone pratiche e condividere conoscenze ed esperienze;
avviare nuovi partenariati che affrontino i principali problemi ambientali e sanitari;
promuovere l’impegno dei giovani nella politica e nell’azione per l’ambiente e la salute;
arrivare all’adozione di una dichiarazione ministeriale negoziata con impegni concreti per accelerare l’azione per:
– affrontare le dimensioni sanitarie del cambiamento climatico, dell’inquinamento ambientale, del degrado del suolo e della perdita di biodiversità;
– riprendersi dalla pandemia promuovendo una transizione sana e giusta.
Il programma della Conferenza presenta segmenti politici di alto livello. Per facilitare l’interazione a livello politico, include un pranzo ministeriale il 6 luglio e ricevimenti ospitati dal governo ungherese e dal direttore regionale dell’OMS per l’Europa rispettivamente il 5 e 6 luglio. Durante tutta la conferenza, ci saranno anche opportunità di partecipare a eventi paralleli, una mostra e visite in loco.

La bozza della dichiarazione finale è già pronta e prevede 16 punti/obiettivo che, se approvata, impegneranno i governi degli stati della Regione Europea dell’Oms a dare un nuovo impulso alle politiche ambientali dei propri Paesi.

26 Giugno 2023

Pnrr. Gemmato (Salute) fa il punto: “Vi sono difficoltà ma non rischi di mancato raggiungimento milestone e target europei”

Dal Quotidiano Sanità del 23 giugno 2023

Vi sono alcune “difficoltà oggettive venutesi a delineare a seguito dello scoppio della guerra russo-ucraina relativamente al reperimento delle materie prime, agli aumenti dei prezzi dell’energia e dei materiali, nonché al conseguente aggiornamento intervenuto sui prezziari regionali edili”. A spiegarlo è stato ieri il sottosegretario alla Salute in Commissione Affari Sociali rispondendo all’interrogazione di Malavasi (Pd).

“Non possono certo sottacersi le difficoltà oggettive venutesi a delineare a seguito dello scoppio della guerra russo-ucraina relativamente al reperimento delle materie prime, agli aumenti dei prezzi dell’energia e dei materiali, nonché al conseguente aggiornamento intervenuto sui prezziari regionali edili. Cionondimeno si ribadisce che allo stato attuale non si ravvisano rischi in merito al mancato raggiungimento delle milestone e dei target europei in scadenza nel 2023”.

Così il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ha fatto ieri il punto sulla Missione 6 del Pnrr rispondendo in Commissione Affari Sociali della Camera all’interrogazione sul tema presentata da Ilenia Malavasi (Pd).

Di seguito la risposta integrale del sottosegretario Gemmato.

“Come noto, la Missione 6 del PNRR riguarda un settore critico quale quello della Salute, che negli ultimi anni ha affrontato sfide di portata storica. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dedica 15,63 miliardi di euro alla Missione 6 Salute e si articola nelle due Componenti dedicate rispettivamente alle «Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale» (7 miliardi di euro) e alla «Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale» (8,63 miliardi di euro).

Con riguardo alle opere, nel secondo trimestre 2022 sono stati individuati complessivamente 2592 progetti (di cui 1430 Case di Comunità, 611 Centrali Operative territoriali, 434 Ospedali di Comunità e 116 Ospedali sicuri), registrati con i Codici unici di progetto (CUP) ed approvati con la sottoscrizione dei Contratti istituzionali di sviluppo nel maggio 2022 da parte delle 21 Regioni e Province autonome. Nel terzo trimestre 2022 sono state bandite gare, mediante gli Accordi quadro stipulati da Invitalia, in relazione a lavori e servizi di ingegneria e architettura, nonché dalle Centrali di committenza regionali (Campania, Veneto, Lombardia) per complessivamente 1125 affidamenti lavori. Nel primo trimestre 2023 sono stati sottoscritti il 90 per cento degli Ordini di attivazione per i servizi di progettazione, per un valore complessivo di euro 7.280.000.000, mentre le regioni Sicilia, Abruzzo, Campania hanno bandito le gare di progettazione e lavori tramite le proprie Centrali di committenza regionali e/o tramite Invitalia nel caso della Sicilia.

Con riferimento all’investimento di ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero, nel secondo semestre 2022, sono state pubblicate tutte le gare per l’acquisto delle 3133 grandi apparecchiature e per la digitalizzazione di 280 Dea di I e II livello per un valore complessivo di euro 2.639.265.000.

Nel percorso attuativo tutte le Regioni e Province autonome sono state accompagnate nella realizzazione dei progetti attraverso numerose iniziative di accelerazione. Tutte le linee di investimento della Missione 6 Salute, nel corso dei primi mesi del 2023, sono diventate operative e l’analisi sul conseguimento dei target italiani ed europei mostra che lo stato di attuazione delle stesse procede regolarmente. Tutte le milestone e i target europei previsti dalla Component 1 e dalla Component 2 della Missione 6 Salute sono stati conseguiti al 31 dicembre 2022.

Non possono certo sottacersi le difficoltà oggettive venutesi a delineare a seguito dello scoppio della guerra russo-ucraina relativamente al reperimento delle materie prime, agli aumenti dei prezzi dell’energia e dei materiali, nonché al conseguente aggiornamento intervenuto sui prezziari regionali edili. Cionondimeno si ribadisce che allo stato attuale non si ravvisano rischi in merito al mancato raggiungimento delle milestone e dei target europei in scadenza nel 2023.

Con riferimento specifico alle Centrali Operative Territoriali (COT) si segnala che il 16 maggio 2023 è stata riscontrata la Deliberazione n. 13 del Collegio per il controllo concomitante della Corte dei Conti in materia.

In particolare, in data 31 marzo 2023, si comunicava che la rilevazione dei dati raccolti si basava su quanto dichiarato dalle Regioni/PP.AA. entro la scadenza del 15 marzo 2023 e forniva un preventivo monitoraggio degli obiettivi raggiunti entro il 31 Pag. 124marzo 2023 circa gli interventi strutturali della Missione 6 – Salute del PNRR.
Rispetto al Target nazionale M6C1-00-ITA-18 di assegnazione di almeno 600 progetti idonei per indizione della gara per l’implementazione delle COT, era stato comunicato il raggiungimento parziale del target, ovvero 522 progetti pari all’87 per cento del target, mentre rispetto al Target nazionale M6C1-00-ITA-19 di Assegnazione di almeno 600 codici CIG alla data del 15 marzo 2023, risultavano 559 CIG (corrispondenti al 93 per cento del target).

Le criticità rilevate sono state oggetto di interlocuzioni ed approfondimento nel corso dei Nuclei tecnici calendarizzati nel mese di maggio, nel corso dei quali le Regioni interessate hanno comunicato lo stato di avanzamento dei singoli interventi. Per quanto attiene il sub intervento COT-device, le Regioni, in qualità di Soggetti Attuatori, stanno procedendo alla definizione degli acquisti coerentemente con lo sviluppo dei progetti di Telemedicina a livello regionale (telemonitoraggio, telecontrollo, televisita, teleconsulto e teleassistenza).

In riferimento agli obiettivi da realizzarsi entro il primo trimestre 2023, si segnala inoltre che in data 17 aprile 2023 è stata riscontrata la Deliberazione n. 9 del Collegio per il controllo concomitante della Corte dei Conti in materia.
In sostanza, il cronoprogramma del primo semestre 2023 indicato dai Target di Casa della Comunità e Ospedali di Comunità, prevede: a) la definizione del progetto idoneo all’indizione della gara lavori entro il primo trimestre 2023 (TI 2023); b) la definizione del capitolato di gara e l’indizione della stessa nei 3 mesi successivi (T2 2023).

Tenuto conto dell’adesione ad Accordi Quadro, il target del T2 2023 per la stragrande maggioranza degli interventi di fatto è stato anticipato, essendo già state indette le gare e, dunque, assegnati i codici identificativi di gara (CIG).
Al fine di accelerare le procedure, il Ministero della salute ha stimolato le attività delle Stazioni appaltanti volte ad anticipare già al 31 marzo, ove possibile, anche le procedure dell’avvio delle gare lavori.

Infine, con riferimento all’intervento «Verso un ospedale sicuro e sostenibile (M6 – C2 – 1.2)», si segnala che alla data del 31 marzo è stato raggiunto l’obiettivo M6C2-00-ITA-2 concernente la «Pubblicazione della procedura di gara per interventi antisismici», posto che alla suindicata scadenza risultavano assegnati ai progetti 109 Codici CIG su 109 previsti”.

Ilenia Malavasi (Pd), replicando, sottolinea come sia nell’interesse di tutti evitare di disperdere risorse essenziali derivanti dal Pnrr per potenziare il Servizio sanitario nazionale e garantire una presa in carico dei pazienti più efficace. Ritiene che il Governo debba fornire un sostegno alle regioni, in considerazione della complessità delle procedure. Chiede, quindi, che il Governo svolga un costante monitoraggio rispetto allo stato di avanzamento delle misure previste dalla Missione 6 del Pnrr, in quanto rappresentano una componente essenziale per la riqualificazione della sanità italiana. Nel rilevare che le rassicurazioni fornite nella risposta del rappresentante del Governo non appaiono pienamente in linea con i dati disponibili, dichiara che il suo gruppo continuerà ad esercitare una costante vigilanza, al fine di assicurare un utilizzo tempestivo ed efficace dei finanziamenti previsti a livello europeo.

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